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L’esercizio fisico regolare può portare a una diagnosi errata di malattia cardiovascolare.

I medici vengono invitati a prendere in considerazione il livello di attività fisica di un soggetto prima di diagnosticare dilatazione o ipertrofia cardiaca. Questo consiglio viene in seguito alla pubblicazione di un nuovo studio su Circulation: Cardiovascular Imaging, che ha dimostrato che persino un esercizio fisico regolare moderato potrebbe comportare un rimodellamento cardiaco. Nell’ambito dello studio, 1.096 adulti sono stati sottoposti a risonanza magnetica cardiaca (CMR) per determinare i volumi e la funzionalità biventricolari. L’attività fisica è stata valutata servendosi di un questionario convalidato sull’attività fisica. Circa un terzo dei partecipanti ha riferito di fare da tre a cinque ore di esercizio fisico. I ricercatori hanno scoperto che un soggetto di questi su cinque aveva sviluppato un ingrossamento cardiaco per questo motivo. In coloro che hanno riferito di fare più di cinque ore di esercizio fisico sono stati osservati adattamenti simili. Il dott. Declan O’Regan, uno degli scienziati principali coinvolti nella ricerca, ha affermato che i risultati indicano che al di sopra di un limite di tre ore, più una persona fa attività fisica, più è probabile che il cuore si adatti. Gli autori hanno concluso che “questo adattamento fisiologico dovrebbe essere preso in considerazione quando dei soggetti adulti vengono sottoposti a CMR per verificare la presenza di cardiopatie, dato che gli effetti dell’esercizio fisico sul cuore hanno un’importanza pari o superiore a quelli dell’età o della PA [pressione arteriosa]”.

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Ictus: rischio ridotto nei pazienti che assumono clopidogrel e aspirina

giu 28,2016 0 Comments

(Reuters Health) – Il clopidogrel associato all’aspirina, rispetto alla sola aspirina, può ridurre il rischio di ictus in alcuni pazienti con ictus minore o attacco ischemico transitorio (TIA), se i pazienti non sono portatori di varianti del gene CYP2C19 e il trattamento dei sintomi è iniziato entro 24 ore dall’evento. Wang Yongjun, del Capital Medical University di Pechino, e i suoi colleghi hanno genotipizzato tre principali alleli di CYP2C19 (*2, *3, e *17) di oltre 5000 pazienti cinesi arruolati nello studio CHANCE con TIA o ictus ischemico acuto minore entro 24 ore dall’insorgenza dei sintomi. Due terzi di questi erano uomini con età media di 62,4 anni.

Lo studio CHANCE
CHANCE è uno studio in doppio cieco in cui i pazienti sono stati randomizzati nel braccio clopidogrel+aspirina, solo aspirina o placebo. I risultati, appena presentati da Jama, si riferiscono a un sottogruppo di pazienti. Dei 2.933 pazienti nel sottogruppo, 1.207 (41,2%) erano non portatori e 1.726 (58,8%) erano portatori di due dei tre alleli responsabili della perdita di funzione. I ricercatori hanno osservato che un nuovo ictus si è verificato nel 8,3% del gruppo clopidogrel-aspirina e nell’11,4% del gruppo solo aspirina entro 90 giorni di follow-up.Il team ha trovato risultati simili per l’esito composito secondario (ictus ischemico, ictus emorragico, infarto miocardico o morte vascolare).

I commenti
“Tra i pazienti con ictus ischemico minore o attacco ischemico transitorio, l’uso di clopidogrel più aspirina rispetto alla sola aspirina ha ridotto il rischio di un nuovo ictus  solo nel sottogruppo di pazienti che non erano portatori degli alleli perdita-di-funzione di CYP2C19. Questi risultati supportano un ruolo di CYP2C19 nell’efficacia di questo trattamento”, hanno concluso i ricercatori. Il coautore Yuesong Pan, del Capital Medical University, ha spiegato che “la genotipizzazione deve essere eseguita prima di prendere clopidogrel per la prevenzione secondaria dell’ictus”.

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Realizzato primo cuore virtuale funzionante: servirà per studiare lo scompenso cardiaco

giu 24,2016 0 Comments

Studiare lo scompenso cardiaco con il primo cuore virtuale realizzato ad oggi; vive sullo schermo di un computer, parla il ‘linguaggio’ della matematica e permette di riprodurre esattamente l’attività elettrofisiologica del cuore malato, per studiarne i meccanismi patologici e il modo per correggerli. Il suo funzionamento è illustrato su Plos Computational Biology dai ricercatori dell’Università della California.

L’organo virtuale è talmente dettagliato da mostrare cosa accade addirittura nelle cellule cardiache quando si alterano le concentrazioni di calcio, potassio e sodio: sono numerosi i parametri considerati, e tra questi c’è perfino la velocità con cui gli ioni entrano ed escono dalle cellule attraverso i canali posti sulla loro membrana.

L’anatomia del cuore virtuale riproduce tutti i movimenti dell’organo reale, mostrando gli effetti che determinano nella traccia dell’elettrocardiogramma, il principale strumento diagnostico usato dai medici per inquadrare la malattia. Così diventa possibile indagare l’origine delle anomalie del ritmo cardiaco a cui possono andare incontro i pazienti con scompenso cardiaco.

Durante i test, ad esempio, si è osservato che la fibrillazione che fa contrarre il ventricolo in maniera scomposta può essere causata da un rallentamento delle attività nelle cellule che si trovano nella parte basale del cuore. Alla luce di questa scoperta, i ricercatori stanno usando il cuore virtuale per pianificare una nuova strategia farmacologica che eviti questa forma di fibrillazione ventricolare associata allo scompenso cardiaco.

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Infezioni tratto urinario: efficace nuovo antibiotico combinato

giu 28,2016 0 Comments

(Reuters Health) – L’antibiotico sperimentale formato dalla combinazione di meropene e vaborbactam (Carbavance) ha raggiunto i principali obiettivi di un trial di fase avanzata su pazienti con infezioni complicate del tratto urinario. I ricercatori di TANGO 1 – questo il nome dello studio –  hanno randomizzato 550 adulti a ricevere Carbavance o una combinazione di piperacillina e tazobactam per un periodo da 5 a 10 giorni.

Successivamente, i pazienti sono passati alla levofloxacina per via orale. Lo studio ha raggiunto gli endpoint di successo generale (98.4% per Carbavance vs 94.0% per piperacillina-tazobactam) e di eradicazione microbiologica (66.7% per Carbavance vs 57.7% per piperacillina-tazobactam).

Le percentuali di eventi avversi son risultate simili, con il 39.0% per Carbavance e il 35.5% per piperacillina-tazobactam. Medicines Co – che produce Carbavance – ha annunciato di voler sottoporre la richiesta di commercializzazione alla U.S. Food and Drug Administration all’inizio del prossimo anno.

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Anziani: l’obesità non accorcia la vita, ma ne peggiora la qualità

giu 24,2016 0 Comments

(Reuters Health) – Sulla base dei risultati di uno studio olandese pubblicato da International Journal of Obesity, gli anziani con problemi d’obesità sarebbero più inclini a sviluppare precocemente patologie cardiache rispetto ai loro coetanei normopeso. “L’obesità è associata ad una più alta mortalità tra gli individui più giovani e di mezza età, mentre questa associazione viene meno negli anziani”, ha detto David Grabowski, professore di politica sanitaria presso la Harvard Medical School di Boston, che non è stato coinvolto nello studio.

“Anche se la durata della vita degli anziani obesi non si accorcia – ha spiegato l’autore dello studio Klodian Dhana, dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam – possono convivere per molti anni con patologie cardiache che influenzano negativamente la qualità della vita”.

Lo studio
Per esaminare i legami tra obesità, malattie cardiache e la durata della vita, il gruppo di studio ha raccolto dati relativi a 6.636 tra uomini e donne, con età minima di 55 anni. I partecipanti sono stati esaminati tra il 1990 e il 1993, con regolari follow-up di 12 anni. I ricercatori hanno raccolto i dati su altezza e peso per determinare l’indice di massa corporea (BMI) e raggruppare i partecipanti come “normopeso”, “sovrappeso” o “obesi”.

Nel complesso ci sono stati 1.035 casi di malattie cardiache, che rappresentano il 19% dei partecipanti. Sono stati registrati 1.902 morti nel corso degli 12 anni di follow-up, ovvero il 29% del campione. Di queste morti, poco più di un terzo erano dovute a malattie cardiache.

I risultati
Sebbene gli uomini e le donne obese avevano circa il 50% in più di probabilità di sviluppare malattie cardiache rispetto ai partecipanti con peso nella norma, le persone sovrappeso senza problemi cardiaci non hanno mostrato una probabilità di decesso maggiore rispetto ai normopeso.

Nel complesso, essere in sovrappeso o obesi non ha avuto un effetto sulla durata della vita. Ma chi è obeso ha in media 2,6 anni in meno liberi da patologie cardiache nel caso degli uomini e 1,9 nel caso delle donne.

“Convivere con patologie cardiache è difficile – ha concluso Grabowski – una persona anziana risulta più stanca, soffre di mancanza di respiro e gambe gonfie e ha una ridotta qualità di vita, oltre a dover prendere molti farmaci”.

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Hiv: terapia antiretrovirale precoce può evitare infezioni

giu 24,2016 0 Comments

Può funzionare sia con gli adulti che con i bambini; i pazienti sieropositivi  che cominciano una terapia antiretrovirale precocemente potrebbero infatti avere un minore rischio di sviluppare infezioni collegate all’Hiv. A rivelarlo sono due diversi studi pubblicati su Clinical Infectious Diseases, e supportati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Si tratta della prima analisi sistematica globale dei dati sulle infezioni legate all’hiv, fatta nell’arco di 20 anni in tre continenti diversi, Africa, Asia e America Latina.

L’analisi
Analizzando il rischio prima e dopo l’inizio della terapia, i ricercatori hanno fatto una stima dei casi di infezioni cosiddette opportunistiche (cioè causate da virus e batteri che si sviluppano in persone con un sistema immunitario compromesso), che sono state evitate e i costi risparmiati. ”Le infezioni opportunistiche sono la principale causa di morte negli adulti e nei bambini sieropositivi”, spiega Philippa Easterbrook, dell’Oms.

La prima ricerca ha passato in rassegna 126 diversi studi condotti su quasi mezzo milione di adulti sieropositivi. Le infezioni più comuni sono afte, tubercolosi, herpes Zoster e polmonite batterica, ognuna delle quali colpisce più del 5% degli adulti prima dell’inizio della terapia antiretrovirale. Con la terapia è calato il rischio di tutte le infezioni dal 57% al 91% nel primo anno di trattamento. Si stima che l’inizio precoce della terapia abbia evitato almeno 900mila casi in infezioni a rischio di vita e fatto risparmiare nel 2013 circa 50 milioni di dollari.

Nel secondo studio, che ha passato in rassegna 88 ricerche fatte su 55mila bambini sieropositivi, si è osservato che polmonite batterica e tbc sono le infezioni più comuni, ognuna delle quali colpisce circa il 25% dei piccoli prima della terapia. In questo caso il calo delle infezioni ha superato l’80% per la diarrea da hiv, toxoplamosi cerebrale e tbc, ma è stato minore per la setticemia e polmonite. Si stima che le infezioni gravi evitate siano state 161mila e il risparmio di 17 milioni di dollari, sempre nel 2013.

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